Alessandro Carano & Anne Fellner
Depth of Field
In collaboration with Castiglioni, Milano
Are you hypnotized by the beauty of the softness but just seem to drift in and out of it from time to time not knowing?
I send Alessandro some images from the studio and we find ourselves in a wormhole studying a list of every Spider-Man comic book title in existence. They mostly oscillate between war terminology and superlatives, which is certainly not what we need. Finally, we find one that accesses several layers of meaning. Once our initial excitement wears off, we see its flaws. An expression from photography, it also alludes to possible contamination or corruption. I’m reminded of another term, a keeper from my list. Cypher-like, yet also figurative, it’s used to describe precise focus and its circle of confusion. I’m certain I lifted it from the title of a crime novel and can even picture the book’s cover—cerulean blue with stark black and white elements. Alessandro likes the title too, and it’s decided. Returning to the studio, I incorporate hazy clouds of pigment. Later, I google the book in order to revisit its narrative and possibly use a direct quote for the exhibition text. I can’t find it. I visit the local library, certain I borrowed it there—but no trace, it doesn’t exist.
Anne Fellner
Mi ricordo perfettamente come io ed Anne ci siamo trovati a decidere questo titolo. Ho preso a pretesto quella porzione di ragnatela in uno dei suo quadri per dire che, da tempo, mi piacerebbe scrivere un testo dal titolo “I hate Tom Holland”; dove, invece di parlare di ciò che davvero mi interesserebbe, mi perderei nel giustificare le parole del titolo. Così siamo finiti a leggere i titoli di Spider Man. E’ vera anche la parte sulla guerra, non ne siamo rimasti immuni; eravamo sicuri che non fosse necessario concentrarvisi, ma che la sola coscienza di ciò che era da poco iniziato sarebbe emerso in qualche modo. Ma lo studio grafico che ha lavorato alle cartoline d’invito ce ne propose una versione gialla e blu. Forse spaventati che potesse sembrare l’unica nostra espressione di interesse, quella è stata scartata. Mi ricordo di essermi emozionato quando Anne mi ha detto che avrebbe voluto includere nella mostra “Soft cat”; è un bellissimo quadro su velluto color melanzana e ho pensato potesse essere il cuscino perfetto per un divano ricoperto con il lino che ho usato per “Best time activity”. Mi pare chiaro quindi che questa sia una mostra sugli output nella pittura e questa sarà l’ultima volta che userò “output” mentre parlo, o scrivo, in italiano di arte.
Alessandro Carano